
È il 1994, la radio passa “The Rhythm of the Night” e le strade sono zeppe di MBK Booster e Aprilia SR. Nessuno si aspetta l’arrivo del Phantom F12: Malaguti ha in catalogo l’F10 – che però inizia ad accusare il tempo che passa – quindi la dinamica casa emiliana decide di immettere sul mercato un modello che avrà enorme successo, proprio l’avioscooter.
Linee tese e filanti combinate ad aggressive prese d’aria ricordano un caccia in picchiata, ma non è solo l’estetica a far girare la testa ai teenager. Phantom F12 vanta una ciclistica di prim’ordine grazie alle sospensioni Paioli multi regolabili e agli pneumatici ribassati, mentre il motore convince per prestazioni e consumi, anche se è dal 1995 che migliorano sensibilmente grazie all’adozione del raffreddamento a liquido. Il comportamento su strada segue fedelmente l’estetica e si dimostra quindi aggressivo, leggero e maneggevole.
Malossi, in tutto questo fermento, ha risposto prontamente alla domanda “come aumentare le prestazioni del Phantom F12?”, assecondando chi a quell’epoca ne ha avuto uno e lo ha personalizzato in ogni modo – a partire dall’aggiungere le palpebre ai fanali.
Chi, invece, non ha avuto un Phantom F12, di certo ha guardato con ammirazione quello di chi lo possedeva.
Prestazioni del Phantom F12
A testimonianza della bontà del progetto, Phantom F12 ebbe una carriera davvero lunga per uno scooter, poiché fu prodotto fino al 2011: nel corso di quegli anni fu costantemente migliorato e aggiornato. Prima, come già detto, col raffreddamento a liquido, nel 1997 con il freno a disco posteriore e successivamente attraverso la strumentazione digitale, oltre a continui piccoli affinamenti estetici e tecnici.
Phantom F12 50 cc, nato per il divertimento
Pur dovendo sottostare alle limitazioni del Codice Stradale, il 50 cc ha un carattere pepato e frizzante in accelerazione, perfetto per la città come il fratello 100 cc. Passando ai quattro tempi, il 200 e il 250 cc sono notevolmente più performanti del 125.
Phantom F12 100 cc: come si difende
Il Phantom F12 100 cc dichiara 10,5 CV e non segna record prestazionali per la categoria, ma ha un motore Franco Morini catalizzato potente e dalla trasmissione molto robusta che merita una menzione. Questo, unito alle dimensioni praticamente identiche al 50 cc, lo rende una vera e propria piccola peste nel traffico cittadino.
Emozioni piatte con il Phantom F12 125 cc
Prestazioni soporifere per il 125 cc, che monta un Minarelli fluido e lineare ma non certo coinvolgente anche per colpa di una frizione non perfettamente tarata. Possiamo però dire che sopra i 7000 si assapora la potenza dei 13,5 CV dichiarati, che ricordano vagamente la verve dei due tempi che ci ha fatto innamorare dell’avioscooter.
Phantom F12 Max 200 cc
Phantom F12 Max 200 cc ha un cuore di 19,7 CV dichiarati con una ciclistica adatta alle curve. Questa versione è stata commercializzata con optional rilevanti, come antifurto elettronico Motorguard Alarm, portapacchi per le gite fuori porta, baule, parabrezza e telo copri scooter. Stavolta il motore è Piaggio da 198 cc con distribuzione monoalbero a camme in testa, con 4 valvole. Per quanto riguarda telaio e ciclistica, cambia poco rispetto ai fratelli della serie Max.
La versione da un quarto di litro Malaguti tiene fede all’avioscooter, nel senso che la casa bolognese ha deciso di mantenere le caratteristiche di agilità ed estrema maneggevolezza dei fratelli minori, creando uno scooter il cui territorio di caccia è senz’altro la città, piuttosto che i lunghi trasferimenti autostradali che comunque la cilindrata permetterebbe.
Il motore, dal canto suo, si rivela gustoso e performante grazie ai 21,8 CV di cui è dotato e soprattutto ai 20 Nm ottenuti poco sotto i 7000 giri/min. E si sa: il connubio tra motore frizzante, peso contenuto e dimensioni ridotte, è il miglior lasciapassare per conquistare il cuore di chi desidera uno scooter agile, scattante e performante, in una parola emozionante.
Motorizzazione del Phantom F12
Facciamo un rapido recap: per primo viene immesso sul mercato il Phantom F12 nella cilindrata 50 cc, poi gli si affianca la versione 100 cc e successivamente vari Phantom Max (125, 200, 250 cc), questi ultimi tutti con motori a quattro tempi e telai rinforzati.
Nelle ultime versioni del cinquantino, per soddisfare le normative Euro 1 ed Euro 2, sono introdotti dispositivi per ridurre le emissioni: è implementata l’accensione e introdotto un regolatore di carburazione del minimo, oltre a un Throttle-Position-Sensor (TPS) e quindi una centralina che regola l’anticipo.
La strumentazione, invece, è diventata completamente digitale a partire dal 2001.
Nel corso degli anni, Malaguti ha rilasciato diverse varianti ed edizioni speciali del Phantom F12, alcune delle quali con motori leggermente potenziati o con caratteristiche tecniche particolari:
- Phantom F12R con design rivisitato, motore e sospensioni migliorate,
- Limited e Racing Editions, modelli con livree ispirate al mondo delle competizioni, spesso dotati di componenti aftermarket per migliorare le prestazioni, altri aerografati e in edizione limitata per collezionisti e appassionati.
Phantom F12LC: la svolta del raffreddamento a liquido
Il Phantom F12 LC (Liquid Cooled) è una delle versioni più avanzate e performanti del Phantom F12 Malaguti. Questo modello ha introdotto il raffreddamento a liquido e quindi miglioramenti significativi in termini di prestazioni e affidabilità rispetto alle versioni raffreddate ad aria.
Come dicevamo, è stato introdotto nel mercato nel 1995 e la produzione e la commercializzazione di questa versione sono continuate fino ai primi anni 2010, anni durante i quali il Phantom F12 LC ha attraversato diversi aggiornamenti per rimanere competitivo e conforme alle normative sulle emissioni.
Il successo di questa versione è dato indubbiamente dalle performance superiori rispetto alle versioni raffreddate ad aria, a partire dalla capacità di mantenere prestazioni elevate e costanti, con una potenza di circa 4-5 CV, ottimale per uno scooter 50 cc. Inoltre, il raffreddamento ad acqua evita la perdita di potenza dovuta alla ventola per il raffreddamento ad aria forzata.
In più, la risposta dell’acceleratore è pronta e reattiva: in pratica il Phantom F12 LC è diventato un vero spasso da guidare.

E se fino al ’98 il freno posteriore era a tamburo, da quell’anno in poi diventa a disco, proprio come l’anteriore, per una maggior sicurezza e un aumento del potere di frenata.
La soddisfazione per la versione LC è tale che, da questo momento in poi, tutti gli F12 saranno LC e con freno a disco sia anteriore che posteriore.
Phantom F12 R
Il Phantom F12 R è stato commercializzato da Malaguti a partire dal 2006. Questa variante continua a utilizzare un motore a due tempi da 50 cc, ma ha portato diverse innovazioni sia dal punto di vista estetico che tecnico, e ha consolidato ulteriormente la reputazione dell’avioscooter come uno dei migliori scooter per i giovani.
Il design dell’F12 R è stato rivisitato per essere ancora più moderno e accattivante. Le linee sono più aggressive e sportive, ed è stata prestata un’attenzione particolare ai dettagli:
- i fari anteriori sono stati ridisegnati per offrire una migliore illuminazione e un aspetto più moderno e aggressivo,
- la carrozzeria è stata migliorata per offrire più potere aerodinamico, ridurre la resistenza all’aria e migliorare le prestazioni,
- il cruscotto è completamente digitale, offre al pilota tutte le informazioni necessarie in modo chiaro e immediato.
Anche le sospensioni del Phantom F12 R sono state migliorate per offrire una guida più confortevole e stabile:
- alla sospensione anteriore troviamo una forcella telescopica idraulica, che offre una buona capacità di assorbimento degli urti e una guida precisa,
- la sospensione posteriore è delegata a un ammortizzatore singolo regolabile, che consente di adattare la risposta della sospensione alle esigenze del pilota e alle condizioni della strada.
Quanto consuma un Phantom F12
Il consumo del Phantom F12, come di ogni altro mezzo a due o quattro ruote, dipende senza dubbio anche dallo stile di guida. Possiamo però analizzare efficienza e praticità di questi scooter leggendari approfondendo brevemente ogni motorizzazione.
Il modello base dell’avioscooter offre una buona accelerazione e una potenza adeguata per l’uso urbano. I motori a due tempi sono noti per avere consumi leggermente superiori rispetto ai motori a quattro tempi, ma compensano con prestazioni vivaci. Il consumo medio del Phantom F12 50 cc si aggira intorno ai 20-25 km/l. La capacità del serbatoio è di circa 9,5 litri, il che garantisce un’autonomia di circa 190-237 km con un pieno. In pratica è ideale per brevi spostamenti cittadini e per i giovani motociclisti alla ricerca di un mezzo economico e divertente.
La versione da 100 cc del Phantom F12 attesta un consumo medio intorno ai 25-30 km/l, con una capacità del serbatoio di circa 9,5 litri. Questo si traduce in un’autonomia di circa 225-270 km con un pieno: il Phantom F12 100 cc è una scelta interessante per chi desidera un mezzo utile sia per l’uso urbano che per tragitti leggermente più lunghi.
Il Phantom F12 125 cc è il primo della serie Max e a utilizzare un motore a quattro tempi, che offre una maggiore efficienza nei consumi rispetto ai motori a due tempi pur essendo meno divertente da guidare. Se ben carburato, registra un consumo medio di circa 25-30 km/l e con la capacità del serbatoio di circa 9-10 litri, garantisce un’autonomia di circa 225-270 km. È ideale per chi desidera uno scooter versatile, capace di affrontare sia il traffico cittadino che brevi tragitti extraurbani con facilità.
Consumi discreti anche con potenza maggiore
Con il 200 cc assistiamo a un notevole aumento di potenza, grazie al motore a quattro tempi di maggiore cilindrata. Questo modello è progettato per chi cerca prestazioni elevate e vuole affrontare percorsi più impegnativi. Il consumo medio del Phantom F12 200 cc è di circa 20-25 km/l, con una capacità del serbatoio di circa 10 litri. Ciò si traduce in un’autonomia di circa 200-250 km con un pieno.
L’F12 250 cc, il fratello maggiore di tutti i Phantom F12 – anche in termini di potenza e prestazioni – offre un’esperienza di guida molto buona, capace di affrontare anche viaggi medio-lunghi in scioltezza. Il consumo medio si attesta intorno ai 30 km/l su extraurbano e 25 km/l in città, con una capacità del serbatoio di circa 12 litri, che significa avere un’autonomia di circa 180-240 km con un pieno.
In Malossi ricordiamo perfettamente il suono inconfondibile del ruggito dell’avioscooter, il suo stile unico e le avventure vissute in sua compagnia. Questo è uno scooter Made in Italy che ha davvero scritto la storia, che ci appassiona ancora oggi e che può rendere orgoglioso chiunque abbia ancora in garage un Phantom F12.
